“SCENDE L’INFLAZIONE MA LA CRESCITA È FERMA”

“SCENDE L’INFLAZIONE MA LA CRESCITA È FERMA”

Serve più sostegno alle imprese per favorire gli investimenti

La Bce deve prendere in considerazione uno stop ai tassi e le Banche devono essere meno rigide con le imprese se si vuole far riprendere gli investimenti” Fabio Petri, vice presidente di CNA Nazionale, Presidente di Artigiancredito e Presidente di Fedart parla in difesa dei piccoli imprenditori che faticano a fare qualsiasi investimento ed anche ad accedere ad Agevolazioni e Bandi per lo sviluppo.

“L’inflazione in calo ma la crescita pure – sottolinea Petri –  Per l’Italia il rallentamento è certificato anche dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Nel 2023 si registrerà un aumento del Pil dello 0,7%, con la stessa traiettoria nel 2024, per poi risalire al massimo all’1,2% nel 2025”.

A guardare la produzione industriale il terzo trimestre registra una variazione positiva, +0,2%, ma dopo quattro mesi negativi: da inizio anno è scesa di -1,8%.

Il PIL italiano è rimasto fermo nel terzo trimestre e anche all’inizio del quarto l’attività nei servizi è in lieve calo, come nell’industria. L’inflazione in Italia è finalmente tornata sotto il 2%, ad ottobre è a 1,7%  ma i tassi sono ai massimi e bloccano il canale del credito, frenando consumi e investimenti

Il deciso calo dell’inflazione registrato dall’Istat è sicuramente positivo. La decelerazione, dovuta prima di tutto alla riduzione dei costi energetici, dovrebbe spingere la Banca centrale europea a una maggiore cautela nella politica dei tassi. Come ha chiesto proprio oggi il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, il quale ha sottolineato che la stretta della Bce per combattere l’inflazione si sta rivelando sui prestiti più forte del previsto. Lo verifichiamo anche noi nel confronto quotidiano con i nostri associati. L’impatto di questa politica sugli investimenti dal lato imprese e sui consumi dal lato famiglie potrebbe avere effetti duraturi su un’economia già ristagnante con concreti rischi depressivi”. Questa la posizione di CNA.

“In attesa che la Bce, di fronte alla riduzione dell’inflazione, non solo prenda in considerazione uno stop ai tassi, ma valuti anche dei tagli, chiediamo alle banche italiane di evitare irrigidimenti che artigiani e piccole imprese stanno provando sulla propria pelle altrimenti gli investimenti per accrescere la produttività risulteranno impossibili”.